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Risi: "Fortapāsc non č Gomorra", Presentato a Napoli il film del regista

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danyx23
view post Posted on 18/3/2009, 13:36




Con un lunghissimo applauso gli spettatori del San Carlo di Napoli hanno accolto l'anteprima nazionale di "Fortapāsc", film su Giancarlo Siani, giornalista del Mattino ucciso 23 anni fa dalla Camorra. Il regista Dino Risi ha detto: "La differenza con Gomorra? Quello aveva una struttura rapsodica e un pessimismo di fondo quasi apocalittico, il mio č pių tradizionale, imperniato su un personaggio accattivante e piu' aperto alla speranza".

"Qualcuno potrebbe prenderlo per il prologo di Gomorra - continua Risi (che ha dedicato il film a suo padre: "č morto tre giorni prima che iniziassero le riprese ed č l'unico che lui non abbia visto"), - ma la veritā č che la sceneggiatura del film (scritta dallo stesso regista con Andrea Purgatori e Jim Carrington) č pronta da cinque anni. Si doveva fare giā nel 2003, ma allora non c'erano le persone giuste per portare avanti il progetto. Se oggi abbiamo potuto realizzarlo č grazie al coraggio di Angelo Barbagallo e Caterina D'Amico, che mi hanno lasciato massima libertā sia nella scelta del cast che dopo, in corso d'opera."

Giancarlo Siani si occupava di cronaca nera. Una carriera fulminante e breve. La sera che venne ucciso, il 23 settembre 1985, il cronista del Mattino aveva solo 26 anni. Un "praticante abusivo", amava definirsi, senza contratto ed eternamente a rischio. Non un giornalista impiegato ma un "giornalista-giornalista", uno che va a caccia di scoop, che si sporca le mani e non vanta amicizie importanti.

Quattro mesi nella vita di Giancarlo Siani (interpretato da Libero De Rienzo), le corse in macchina tra i vicoli di Torre Annunziata insieme all'amico Rico (Michele Riondino), i rimbrotti del caporedattore Sasā (Ernesto Mahieux) che gli rimprovera la troppa esuberanza, i primi contatti in polizia e l'amicizia col pretore Rosone (Gianfelice Imparato), la scoperta di un enorme mercato di appalti per la ricostruzione post-terremoto e dei pericolosi rapporti tra i politici locali e gli esponenti del clan di Valentino Gionta, fino alla sua morte annunciata.

Libero De Rienzo con modestia ringrazia per i tanti complimenti raccolti ma dice di non avere meriti nella riuscita del film: "Ho avuto la fortuna di lavorare con una sceneggiatura che non č il tipico prodotto italiano, spesso retorico o in stile fiction. Sono cresciuto con i film di Marco Risi, un autore che adoro. Credo che tra i meriti del film ci sia quello di raccontare Siani né come un santino né come un martire". Infine una osservazione sull'attualitā, sulla quale anche Risi concorda: "Oggi la situazione non č migliorata. Ed č tutta l'Italia a sembrare sotto assedio".

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