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| Emozionato, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricorda a Palermo la morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie e della sua scorta nell'aula bunker dell'Ucciardone. A 17 anni dalla strage di Capaci, il Capo dello Stato sottolinea che "mai come in queste occasioni e davanti a queste memorie sentiamo di essere una Nazione e una nazione unita". Poi ricorda che contro la mafia serve collaborazione e più sviluppo per il Sud.
"Clima di collaborazione per lotta alla mafia"
Nella lotta alla mafia è indispensabile un "clima di leale collaborazione" tra tutte le istituzioni e nel rispetto dei ruoli e delle competenze di ciascuno. In particolare, Napolitano sottolinea il ruolo "vitale di un'istituzione voluta da Falcone e Borsellino come la Procura nazionale antimafia, oggi guidata da un magistrato di incontestabile esperienza, dirittura e autorevolezza", Pietro Grasso. Il Capo dello Stato sottolinea che "occorre più che mai assicurare alla Procura nazionale antimafia la possibilità di operare in una clima di piena, leale collaborazione e di esercitare integralmente le sue attribuzione".
"P.A. trasparente e rispetto delle regole"
Per sconfiggere la criminalità, oltre al contrasto da parte delle forze dell'ordine e all'azione della magistratura, "contano altre cose importanti": il rispetto delle regole democratiche, "la qualità della politica, l'efficienza e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni". Si conclude con un chiaro richiamo alla politica il ricordo del Presidente della Repubblica.
"Ridurre il divario Nord-Sud"
"Conta la crescita della coscienza civica e della fiducia nello stato di diritto - sottolinea Napolitano - e nello stesso tempo contano gli interventi per superare il gap economico che affligge il Mezzogiorno, capaci di incidere sul divario tra Nord e Sud, sull'arretratezza delle condizioni del Sud, sulla carenza di prospettive di occupazione qualificata".
"Falcone e Borsellino, eroi della legalità"
"Li onoriamo e li ammiriamo come autentici eroi di quella causa della legalità, della convivenza civile, della difesa dello Stato democratico con la quale si erano identificati e come costruttori di un piu' valido presidio giuridico e istituzionale di fronte alle sfide della criminalita' organizzata". Il Presidente della Repubblica invita poi a pensare quanto "ben diversa sarebbe la condizione della Sicilia e dell'Italia se non ci fosse stato in quest'aula lo storico maxiprocesso contro la mafia istruito da pool di Falcone e Borsellino e se non fossero seguiti esistenziali provvedimenti di legge".
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